Faccio un passo indietro per inquadrare meglio il problema: gli Stati Uniti sono il paese con la più alta popolazione carceraria al mondo: hanno meno del 5% della popolazione mondiale e circa il 25% della popolazione carceraria mondiale.
Per questo negli Usa si parla di “incarcerazione di massa”.
Nel 2017, i neri erano il 12% della popolazione americana adulta e il 33% di quella carceraria; gli ispanici il 16% della popolazione adulta e il 23% di quella carceraria; i bianchi il 64% degli adulti e il 30% dei carcerati.
L’incarcerazione di massa, dunque, riguarda soprattutto coloro che non sono bianchi.
Foss evidenzia un ulteriore dato: negli Usa il tasso di recidiva è superiore al 70%. È evidente che il sistema carcerario non funzioni. Come trovare una soluzione?
Secondo Foss, un pubblico ministero (carica elettiva negli Usa) è giudicato in base alle condanne che ottiene, per questo non è incentivato ad essere creativo, a non fare come si è sempre fatto e a prendersi dei rischi; ad esempio, proponendo percorsi alternativi al carcere di tipo assistenziale e rieducativo.
Il primo passo per cambiare la mentalità di un pubblico ministero è “riempire il suo serbatoio di empatia”.