Pensiamoci: il modo in cui sono scritte le leggi e le ordinanze era pessimo già prima di questa pandemia; il modo in cui l’Inps forniva i suoi servizi era indecente già prima che un sito andasse giù; il modo con cui i burocrati ci costringono a presentare autocertificazioni era perverso già prima che fossimo tutti chiusi in casa.
Questi disservizi oggi sono resi solo più acuti ed insopportabili dallo stato di ansia e preoccupazione in cui siamo precipitati.
Ma esistevano prima ed esisteranno per chissà quanto ancora.
Perché semplificare è complicato e costa una grande fatica, come ci spiega Annamaria Testa nel sempreverde articolo che linko alla fine di questa newsletter.
E non si possono rimuovere decenni di inefficienze in pochi giorni, figuriamoci se di emergenza.
Ma per cambiare e semplificare, uno de primi passi può essere quello di “avere l’umiltà necessaria per andare a scovare esempi virtuosi dovunque siano, per studiarli, adattarli e poi metterli in pratica”.
Ti faccio tre esempi di come, anche in questi tempi difficili, sia possibile comunicare una regola in modo chiaro, permettere a cittadini e clienti di esercitare in modo agevole un loro diritto.