A prescindere dal merito della questione, tutto nasce da una legge scritta male, quella che impone di iscriversi alla gestione separata dell’Inps ai “soggetti che esercitano per professione abituale, … attività di lavoro autonomo”.
Su chi fossero esattamente questi soggetti sono sorte varie interpretazioni, finché il parlamento è intervento con una legge di interpretazione autentica (cioè una legge emanata proprio per chiarire il significato da attribuire ad un’altra norma):
“sono esclusivamente i soggetti che svolgono attività il cui esercizio non sia subordinato all’iscrizione ad appositi albi professionali, ovvero attività non soggette al versamento contributivo agli enti di cui al comma 11 (es. le Casse professionali)…”
Che significato ha quell’ovvero? Inquadrarlo esattamente è importante: a seconda lo si ritenga disgiuntivo o esplicativo cambia la platea di soggetti che devono iscriversi alla gestione separata. Peccato che dal contesto non risulti così chiaro.
Per questo inserire un ambiguo ovvero in una legge che come scopo ha proprio quello di chiarire il significato di un’altra legge è stata una imperdonabile, diabolica sciatteria.
E non è certo il primo caso di uso sconsiderato di un ovvero da parte del nostro parlamento (un ovvero in una legge del 1997 sui rifiuti ha prodotto controversie giudiziarie, accesi dibattiti tra giuristi finché dopo 9 anni è stata modificata la legge).